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Chi sono i Coach Professionisti?

Persone appassionate ed esperte di coaching, attente alla crescita personale e professionale e desiderose di aiutare gli altri. Motivate a migliorarsi continuamente, specializzandosi e perfezionandosi per operare con successo sul mercato.

diventare coach

La nostra scuola si rivolge a chi è già coach professionista.

Per “Coach Professionista” intendiamo una persona appassionata ed esperta di coaching che soddisfi almeno uno di questi tre requisiti:
– ha già frequentato con successo un corso di coaching strutturato e completo, oppure
– è iscritta ad una associazione di coaching, oppure
– lavora già come coach professionista e ha dei clienti, paganti o a titolo gratuito

FARE COACHING

Significa aiutare una persona (o un gruppo) a stare meglio ed agire meglio

CONVERGENZE

PNL e altre discipline possono offrire al coach strumenti utili per il suo lavoro

LIMITI

Il Coach può aiutare solo persone sane di mente, senza interferire con gli psicologi

Esistono molteplici definizioni di coaching e altrettante del concetto di coach professionista.

Dalle origini “sportive” con Tim Gallwey e John Whitmore, alle evoluzioni business e poi Life, il Coaching ha mostrato negli anni una innegabile duttilità, arricchendosi e modificandosi per venire incontro alle sempre nuove esigenze degli individui in una società in rapido e caotico cambiamento.

“Fare Coaching” significa aiutare una persona (o anche un gruppo) a stare meglio ed agire meglio: fare chiarezza sui propri desideri e obiettivi, individuare un piano di azione, agire mantenendo il focus e la motivazione. Il Coach è sempre al fianco del suo coachee e lo aiuta in questo percorso di consapevolezza e azione (essere e fare), stimolandolo a trovare dentro di sé le giuste risposte e risorse per progredire come persona e come professionista.

Il coach fa tutto questo utilizzando un insieme di tecniche e di strumenti: questa cassetta degli attrezzi si è andata nel tempo arricchendo e diversificando, in parallelo con lo sviluppo del coaching. Molte altre discipline – che condividono con il coaching l’obiettivo di aiutare altre persone e la metodologia “mentale” – hanno sviluppato nel tempo modelli, tecniche e strumenti propri. Oggi nel campo della relazione di aiuto stiamo assistendo ad una convergenza sincretica tra molte di queste discipline: ciò che un tempo era rigorosamente e gelosamente separato (coaching e PNL ad esempio) comincia a fondersi (e a confondersi, talvolta).

In questa convergenza non c’è nulla di male: come coach desideriamo solo il bene dei nostri coachee e se possiamo integrare la nostra cassetta degli attrezzi con tecniche e strumenti coerenti ed efficaci che sono nati in campi diversi dal coaching, lo facciamo molto volentieri.

Rimangono naturalmente validi i limiti originari di un intervento di coaching: come coach professionisti possiamo aiutare persone che siano “sane di mente”, ovvero che non soffrano di disturbi lievi o gravi che richiedano l’intervento di professionisti a questi dedicati come counselor, psicologi, psicoterapeuti, psichiatri.