A norma di Legge
Tutti i percorsi formativi sono progettati e realizzati per garantire al 100% il rispetto delle leggi e normative vigenti (Legge 4/2013 e Norma UNI 11601). I diplomi rilasciati sono validi a norma di legge.
La competenza è la chiave
Il requisito fondamentale richiesto dalla Legge per potere operare sul mercato come coach professionista è il possesso delle competenze idonee a svolgere la professione, nell’interesse dei clienti: per questo tutti i nostri percorsi formativi sono progettati per garantire che le migliori competenze vengano trasmesse e per verificare che l’allievo le sappia padroneggiare.
RISPETTA LA LEGGE
La legge e la normativa UNI indicano i requisiti minimi necessari per operare come coach in Italia: non possono non essere rispettati
OLTRE LA LEGGE
Fare il coach è un’arte complessa che va ben oltre i limiti di legge e che richiede talento, studio e applicazione.
FARE CHIAREZZA
La legge è chiarissima, ma pochi la conoscono e molti la storpiano a proprio favore: noi siamo per la chiarezza e la trasparenza.
Per un coach professionista, la cosa migliore da fare è scaricare e stampare il testo della Legge: la legge è infatti chiarissima, ma pochi la conoscono e molti la storpiano a proprio favore. Noi siamo per la chiarezza e la trasparenza e vogliamo accompagnarvi nella lettura dei punti chiave della Legge 4/2013.
Scarica il testo della Legge 4/2013 Vai
| Art 1.1 | La professione di coach NON prevede un ordine né un albo
La Legge 4/2013 regolamenta le professioni non organizzate in albi o collegi: in pratica tutte quelle professioni che non hanno un albo professionale: tra queste vi è anche la professione di Coach. Questo significa, innanzitutto, che non esiste un albo nazionale dei coach (né può né deve esistere, secondo la Legge). Quella di coach è una libera professione che non prevede un albo, con tutto quello che ne consegue (come per la maggioranza delle libere professioni).
| art 1.2 |La legge si applica a chi offre abitualmente (non occasionalmente) e professionalmente (a pagamento) servizi di coaching a terzi
La legge si applica quindi a chi in maniera abituale e professionale svolge la professione di coach e riceve per questa attività dei corrispettivi economici dai suoi clienti. Se una persona è esperta di coaching e utilizza le tecniche per beneficio personale oppure aiuta informalmente e gratuitamente un amico o un collega: questa persona non è tenuta agli obblighi di legge.
| Art 1.3 |Unico obbligo per il coach è indicare in tutte le comunicazioni ai clienti la dicitura “Professionista di cui alla Legge n. 4/13”
Questa è l’unica richiesta di tipo formale che la legge pone a carico del coach professionista, a tutela del consumatore che deve essere esplicitamente informato che sta lavorando con un professionista privo di albo.
| Art 1.4 |L’esercizio della professione di coach è libero e fondato sull’autonomia, sulle competenze e sull’indipendenza di giudizio intellettuale e tecnica.
Questa è l’unica richiesta di tipo sostanziale che la legge pone a carico del coach professionista: deve possedere le competenze necessarie per svolgere bene la sua professione. È una scelta corretta: la difficoltà poi per chi opera sul mercato è identificare questo set di competenze e soprattutto come valutarle.
Per provare a definire queste competenze, si è attivato UNI (Ente Italiano di Normazione) che ha in una prima fase emanato la norma UNI 11601:2015 – Coaching – Definizione, classificazione, caratteristiche e requisiti del servizio VAI
Questa norma non definisce ancora le competenze del coach, ma si limita ad aspetti definitori sulla attività di coaching.
Come scuola, riteniamo che standardizzare (a questo servono le norme UNI) l’attività di coaching sia un controsenso logico dal momento che ogni percorso di coaching è unico (perché mette in relazione due esseri umani a loro volta unici). Tuttavia, quando UNI emetterà la norma relativa alle competenze del coach professionista, sarà nostra cura renderle materia di studio nei nostri percorsi.