Essere un perdente viene considerato da molti una posizione negativa e di debolezza. In realtà è esattamente l’opposto. Un perdente può facilmente ricorrere al pensiero del ‘niente da perdere’ che tende a creare meno ansia, pressione o tensione.
Attraverso le avversità tutti siamo portati a riflettere su ciò che serve modificare per ottenere ciò che si desidera. Ad esempio nel caso di una giovane tennista è stato possibile identificare alcuni fattori ricorrenti collegati alle vittorie e alle sue performance migliori: forma fisica eccezionale, un sonno consistente, riposo in prossimità di un torneo importante e… intere partite come “perdente”.
Gli atleti olimpici usano consistentemente tecniche di mental coaching perché riconoscono che il mental coaching porta loro le migliori performance. C’è stata recentemente un’ intervista affascinante con Cal Ripken Junior, il giocatore di baseball della Hall of Fame.
Durante un importante playoff si accorse del suo triste punteggio 3-0. Il punteggio era appena andato a 3 palle senza colpi. Un semplice colpo di base avrebbe vinto il gioco. Invece di focalizzarsi nei suoi pensieri negativi, lui decise di convincere se stesso che il punteggio fosse diverso! Questo pensiero lo rilassò fino al punto di vincere il gioco.
Un caso simile riguarda Aaron Rogers, il giocatore più premiato nella Super Bowl 2011: ridusse il suo nervosismo creato dal gioco facendo credere a se stesso che era un’altra partita. È risaputo che il Super Bowl è la gara più importante dell’anno, ma lui provava ugualmente a credere il contrario!
Ripensa alle tue migliori performance: ti aspettavi di giocare così bene? o sei stato ‘sorpreso’ della grinta, del successo e del risultato ottenuto?
Ripkin e Rogers diventarono ogni volta più rilassati e giocarono sempre meglio proprio grazie alla capacità attraverso tecniche di mental coaching di mantenersi rilassati, calmi e fiduciosi. Il segreto sta in quello che ciascuno può scegliere di pensare e credere in ogni singolo momento.
Ci sono tante tecniche di mental coaching che gli aletti usano: una tra le più diffuse è quella del “niente da perdere” che consente come abbiamo visto di allentare la tensione.
Ecco alcuni passi per sviluppare una proficua “mentalità perdente”.
- Cerca elementi che possono essere a tuo sfavore: indolenzimento muscolare, rientro dopo un periodo a riposo, essere più giovane o vecchio del tuo avversario, avere meno esperienza, le scarse aspettative che può avere chi non ti conosce o non ti rispetta. C’è sempre qualcosa che puoi trovare o su cui puoi focalizzarti per scaricare di importanza il risultato di quello che stai facendo.
- La prossima volta ripeti a te stesso che proprio per il motivo individuato il risultato è compromesso in partenza. Concentrandoti su questo è possibile immediatamente alleviare la pressione e rimuovere tutte le aspettative sul risultato.
- È molto importante ricordare la differenza tra fiducia (una collezione di memorie positive passate) e aspettative (pensieri futuri che normalmente causano nervosismo).
- Scegli di rimanere nel presente, focalizzando la tua vita in strategie ideali e divertendoti.
Come ‘perdente’, godrai appieno le competizioni e incrementerai le opportunità di fare il tuo meglio.
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