La valutazione su noi stessi richiede un grande sforzo mentale ed emotivo: coinvolge aspettative, livello di competenza, convinzioni.

 

RELAZIONE TRA ASPETTATIVE E LIVELLO DI COMPETENZA

Noi possiamo essere il nostro peggior nemico ma anche il miglior amico di noi stessi se ci poniamo aspettative realistiche piuttosto che obiettivi irraggiungibili.

Per aspettative realistiche intendo quelle aspettative che siamo in grado di sostenere concretamente, grazie alla nostra esperienza, personalità e soprattutto alle nostre competenze specifiche.

Realizzare un compito che è all’altezza delle nostre aspettative e competenze ci fa sentire adeguati perché riusciamo per la maggior parte delle volte ad ottenere un buon risultato: questo ci trasmette soddisfazione, aumenta la nostra autostima e accresce la fiducia in noi stessi.

Nel caso contrario, cioè quando un compito o una situazione sono superiori a noi per motivi di conoscenza o competenza, ricaviamo un senso di frustrazione che va ad alimentare la paura di fallire. Questo produce un’effetto distorsione, causato dal fatto che il risultato ottenuto non corrisponde all’aspettativa.

E’ importante incrementare la consapevolezza delle nostre competenze e di ciò che possiamo  aspettarci da noi stessi, perché ci aiuta:

  • ad avere rispetto di noi stessi
  • a sapere cosa e quanto possiamo dare e fare effettivamente in quel momento
  • ad evitare di assumere responsabilità che non sapremmo gestire.

 

IO, IO, IO

Riguardo alla consapevolezza del nostro valore come persona, la ricerca psicologica individua tre tipi di IO:

IO IDEALE: è quello che noi ci aspettiamo da noi stessi. Si riferisce alla persona che vorremmo essere o diventare;

IO SOCIALE: è quello che secondo noi gli altri pensano di noi

IO REALE: è l’insieme dei pensieri e delle sensazioni descritte nell’IO IDEALE e nell’IO SOCIALE e corrisponde alla nostra autenticità.

Nella valutazione di se stesso che ciascuno di noi fa, questi tre IO entrano in gioco secondo due modalità possibili:

1)    POSITIVA: Io ideale e Io sociale convergono nell’IO REALE. La persona è consapevole e riconosce delle capacità e qualità che appartengono a se stessa come caratteristiche della sua personalità.

La persona focalizzerà le sue energie mentali, fisiche ed emotive verso un obiettivo che è alla sua portata.

2)    NEGATIVA: Io ideale e Io sociale sono in conflitto con l’IO REALE. La persona pretende molto da se stessa perché vuole nascondere di avere delle difficoltà nello svolgere un determinato compito (e vorrebbe invece portarlo a termine in ogni modo per non essere giudicata incapace) o perché agisce come se il valore complessivo di se stessa come persona dipendesse dal risultato ottenuto in una singola azione/circostanza. Se non ottiene risultati soddisfacenti allora non vale nulla come persona.

 

La consapevolezza delle proprie aspettative e l’equilibrio con le competenze è importante anche per chi nella vita o nel lavoro è chiamato a delegare e affidare dei compiti ad altri.

Chi delega o affida dei compiti deve partire da una valutazione realistica delle capacità e della personalità di ognuno.

Compiti o attività al di sopra delle capacità specifiche vengono percepiti come troppo complessi e demoralizzano la persona che li riceve, sia esso un allievo, un atleta o un dipendente. Una persona demoralizzata perde in motivazione perché si rende conto che il suo impegno non porta al risultato desiderato.

Leader, Manager e Coach dovrebbero assegnare una mansione alla volta e assicurarsi che le fasi d’esecuzione siano chiare e compatibili con le abilità della persona chiamata a svolgerle.

 

 

VALUTAZIONE E CONVINZIONI PERSONALI

Le convinzioni sono sensazioni di certezza che una persona ha riguardo a qualcosa: una situazione, un’idea, una persona, un aspetto della propria personalità o del proprio valore.

Le convinzioni possono essere funzionali alla valutazione personale oppure no a seconda che aggiungano o tolgano energia al nostro agire.

E’ naturale cercare conferma delle proprie convinzioni ed è altrettanto naturale trovare risposte  se ci si impegna nella ricerca.

Capita spesso di chiederci “quanto valiamo?” e di metterci alla prova.

Se siamo convinti di valere come persona sappiamo anche quello che vogliamo.
Se crediamo che il nostro valore dipenda soprattutto dai risultati del nostro lavoro o prestazioni, è facile rischiare di perdere autostima.

Può capitare di incorrere nell’errore di una super valutazione di noi stessi: ci troveremo obbligati, in un certo senso, ad intraprendere iniziative o mansioni in cui in realtà non siamo del tutto convinti di riuscire.

Quando ci viene chiesta una valutazione riguardo ad un aspetto della nostra persona assegnarsi un voto troppo alto o troppo basso è rischioso: dimostrare di essere all’altezza di quanto si è affermato o di valere di più può richiedere un grosso, grossissimo impegno.

Assegnarsi un 8 o 10 ideale richiede molto sacrificio e a volte conduce allo stato di stress.

La cosa più giusta e più utile è dare una valutazione realistica di noi stessi e stabilire obiettivi in base alle effettive capacità e alla situazione specifica.

Una via di mezzo è una via di scampo e distoglie dall’ eccedere.
Assegnarsi un 5 reale è un modo di pensare e agire ottimizzando il presente.
Rincorrere qualcosa di grosso impedisce di arrivare alla meta. Oppure non consente mai una tappa di sosta.
Fermarsi a riflettere sul punto della situazione invece è importante perché valorizza quello che è stato fatto fino a quel dato momento e quello che voi siete, verifica quali sono i punti di forza e di debolezza e migliora la qualità della vostra vita.

E’ possibile aumentare la propria valutazione… da 5 a 6, o 7… ma quando?

Quando saremo sicuri di poterlo fare: nel momento in cui quello che dovevamo realizzare sarà stato portato a termine con efficacia e ci sentiremo semplicemente felici e soddisfatti.

E tu, secondo quali criteri valuti te stesso ?