Quando ci troviamo in una situazione di crisi e avremmo tanto bisogno di qualcuno che ci sostenga e ci consigli, chi vorremmo avere accanto? Qualcuno che abbia già vissuto quello che stiamo attraversando o, al contrario, una persona totalmente estranea ai fatti in modo che possa analizzare più lucidamente la nostra condizione? Molto probabilmente sceglieremmo la seconda opzione, convinti che una visione il più distaccata possibile sia anche la più veritiera, la più oggettiva, dunque la migliore. Io invece appoggio la prima. È vero, ogni esperienza  è a sé, non ci sarà mai una stessa situazione vissuta egualmente da due persone, perché ogni individuo è diverso e con una propria personalità, però è anche vero che si possono provare sentimenti simili. Credo che sapere che la persona che abbiamo accanto abbia affrontato quello per cui ora stiamo soffrendo, e ne sia uscita vincitrice, dia una forza incredibile; è come se la nostra mente ci stesse dicendo: “Guarda, quello che ti è capitato può accadere a chiunque però sappi che si può uscire da questa difficoltà, ne hai la prova vivente, è proprio qui davanti ai tuoi occhi. Non demordere, vai avanti e diventa più forte e vincente!”.

 

Questa stessa chiave di lettura può essere applicata ad un mental coach. Per uno SPORTIVO, ad esempio, sapere che il proprio coach sappia esattamente cosa voglia dire fare un allenamento stratosferico e poi una performance scadente in gara piuttosto che consocere il timore che si prova nel pensare di poter avere attacchi di panico durante una partita e di mandare così a rotoli settimane, se non mesi o anni, di allenamenti, o ancora capisca lo stato d’animo dell’ansia da riconferma, l’incapacità di gestire situazioni caratterizzate da una forte tensione emotiva, perché lui stesso è stato un campione che ne ha sofferto, è un aiuto incredibile e rinsalda quel legame di fiducia che deve esserci perché la collaborazione porti agli esiti sperati.

 

Se volessimo invece applicarlo alla vita quotidiana, poniamo il caso che una DONNA voglia essere allo stesso tempo una brava madre ma non privarsi di un lavoro che le dà soddisfazioni: intraprendere un percorso con una coach donna e madre, che dimostri che si può fare ed avere entrambi, è un aiuto notevole e accrescerà in lei l’idea che non sia un’utopia ma possibile realtà.

 

Questo articolo dimostra pertanto come esperienze simili aiutino a far gruppo, a creare quel legame di fiducia e coesione tra persone che non si conoscono. Il coachee vedrà nel suo allenatore, oltre che una persona in grado di aiutarlo, un esempio concreto di chi ce l’ha fatta e questo lo spronerà a raggiungere il suo obiettivo, gli darà una carica maggiore.