La nuova via che porta alla Leadership percorre da poco più di un decennio la strada del Cervello e della Mente. I libri che illustrano le qualità innate del perfetto leader o che suggeriscono quali comportamenti imitare per “entrare nella parte” del leader sono ormai (quasi) ufficialmente superati.
Le recenti ricerche scientifiche nel campo delle neuroscienze e della fisica quantistica hanno dimostrato che il comportamento umano non risponde alle regole che si erano accettate e consolidate negli anni passati.
Per questo motivo i manager e in generale chiunque abbia intenzione di guidare e ispirare altri individui (la parola Leader deriva appunto dall’inglese to lead = guidare) possono trarre grande beneficio dall’approfondimento delle tematiche proposte dalle scienze cognitive .
In un recente articolo apparso sulla rivista “strategy + business” (The keys to leadership: your brain and my grandmother) Eric J. McNulty riporta alcune recenti scoperte contenute in libri pubblicati nel 2013 che rappresentano interessanti linee guida per chiunque aspiri ad acquisire la competenza della Leadership nella nuova era.
- Prenditi tempo per giudicare.
La nostra mente ama e cerca quello che è familiare e conosciuto, per questo appena possibile cerca delle “scorciatoie” per categorizzare le nuove situazioni che si presentano. Come esseri umani, siamo quindi portati a generalizzare e ad esprimere un giudizio in un tempo brevissimo e, quasi sempre, senza nessuna evidenza reale.
Ecco perché ci hanno insegnato che i primi 10 secondi di un incontro o di una presentazione hanno un grande impatto sul giudizio che gli altri si formeranno di noi.
Da ora in poi, quando siamo noi a dover esprimere un giudizio, prendiamoci del tempo e analizziamo tutti gli elementi a nostra disposizione.
- Fatti una passeggiata per schiarire la mente.
Le ricerche rivelano che osservare la natura per soli 10 minuti può aiutare a rilassare la mente e ad aumentare il livello di concentrazione. Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato che il movimento fisico può avere un profondo effetto sui nostri pensieri. Per questo, quando siamo stressati o dobbiamo prendere una decisione importante, è altamente consigliabile cambiare la nostra fisiologia attraverso una semplice “boccata d’aria”, se possibile a contatto con la natura (anche i parchi cittadini vanno benissimo, o alla peggio anche osservare un grande poster che raffigura la natura …).
- Lascia “depositare le cose” per un po’.
Il nostro cervello è sottoposto in ogni istante ad una molteplicità di stimoli anche se noi non ce ne rendiamo conto. Il poverino continua a lavorare anche quando, in base ai nostri parametri di “attività”, non stiamo facendo niente. Anche (e per alcuni soprattutto) mentre dormiamo. Ecco perché è utile, di tanto in tanto, fermarsi, lasciar sedimentare le informazioni ed entrare in uno stato “riflessivo” e di contemplazione. E anche staccare con la tecnologia che ci pervade ….
- Crea un ambiente leale, trasparente e inclusivo.
Una recente ricerca della neuro scienziata Naomi Eisemberger della University of California at Los Angeles (UCLA) dimostra che il cervello umano reagisce allo stesso modo quando una persona subisce un dolore fisico o un dolore “sociale”, cioè quando questa si sente respinta o esclusa a livello sociale. Quando un individuo si sente tradito o non riconosciuto nell’ambiente lavorativo prova a tutti gli effetti un dolore fisico.
Di conseguenza, anche le scienze confermano quello che i manager e gli individui più “empatici” avevano da tempo compreso e cioè che i conflitti e le pressioni sul posto di lavoro e nel privato hanno un effetto diretto negativo sulla produttività, sulla capacità di risolvere i problemi e sul pensiero innovativo. In altre parole, sul famoso benessere personale e aziendale …
Quale linea guida ritieni più facile per te e quale invece più sfidante? Per quale motivo?
l’inclusione in un progetto,sia esso sportivo o di lavoro, è indubbiamente una benzina importante, affinchè una persona possa avere una vita “piena” e produttiva, di riflesso, anche a favore del gruppo dove opera. La partecipazione attiva alla vita sociale, nei vari ambiti, permette agli individui di acquisire autostima, di sentirsi considerati. Come sappiamo il fatto di credere in se stessi in quanto uomini che valgono, permette a tutti, di tirar fuori risorse inaspettate. Un tream di lavoro o sportivo dove tutti i componenti, si sentono protagonisti, non potrà che ottenere risultati eccellenti, ai fini del risultato finale. Quanto sopra, è però valido, solo in presenza di Dirigenti, Capi, Responsabili che abbiano una visione aperta e la voglia di capire come possono ottenere il meglio dai loro sottoposti. Il cervello insegue le comodità, anche quando queste non sono positive. E’ più facile fidarsi dell’istinto, del caso, di ciò che appare macroscopicamente piuttosto che cercare di andare oltre. Nell’imprenditoria italiana, un Capitano d’Azienda illuminato, avanti rispetto ai suoi tempi, è stato senza dubbio Adriano Olivetti, il quale aveva capito l’importanza del capitale umano in quanto tale, nella creazione di progetti industriali vincenti. Non mi dilungo nella spiegazione della filosofia di vita e d’azienda dell’imprenditore di Ivrea. Vi basti pensare che, sotto la sua guida l’Olivetti divenne ua’azienda di livello mondiale, arrivando persino a gettare le basi per essere leader nel campo dei computer. Come tutti i precursori, anche Adriano Olivetti, venne tacciato di critiche feroci ed assurde.Che cosa può aprire gli occhi di Allenatori, Manager, Imprenditori, rispetto alla creazione di ambienti leali, trasparenti ed inclusivi? La cultura e la voglia di guardare oltre il proprio naso, oltre le convenzioni e i luoghi comuni. Come tutti i progetti intelligfenti e di larghe vedute, anche quello della creazione di ambienti inclusivi leali e trasparenti, presenta difficoltà che a volte possono sembrare insuperabili ma, l’ostacolo maggiore per la realiuzzazione di qaunto sopra è non credere che tutti possono avere delle carte da giocare per se e per gli altri.
Mario Canzi
Il leader compie un’azione di influenzamento nel percorso di crescita personale e professionale delle persone, investe un ruolo di riferimento fondamentale per il funzionamento efficace della propria squadra e soprattutto investe su se stesso per migliorarsi continuamente. Le linee guida sopra riportate sono importantissime e interessanti, motivo di riflessione e meditazione sulle “tante cose da fare” di cui si trova caricato un leader. Mi colpisce particolarmente la prima linea guida, “prendersi del tempo per giudicare”. Condivido l’idea che avere fretta nell’esprimere un giudizio possa tralasciare aspetti significativi, ci porti quindi a interpretare piuttosto che ad essere obiettivi. Nei primi 10 secondi entrano in gioco aspettative ed emozioni forti da entrambe le parti, da chi giudica e da chi è giudicato. Quindi a volte il verbale e non verbale è condizionato anche da quello che si prova in quel momento. Nel 2014 sarà per me importante mantenere questa linea guida e perfezionarla per imparare a valutare e accogliere gli aspetti principali e più significativi di chi ho di fronte.
Altra linea guida che sostengo è la seconda. In Europa, in particolare nei paesi nordici, gli imprenditori contribuiscono con incentivi a pagare la palestra o altri sport ai propri dipendenti, aumentando la produttività dell’azienda e diminuendo il rischio di malattia.
Gli imprenditori stessi trovano del tempo per praticare attività fisica. In questo modo aumentano la capacità di gestire lo stress e tutto quello che richiede di affrontare il loro ruolo. Io stessa trovo del tempo per l’attività fisica e non solo come scopo per allenarmi fisicamente, ma perchè aiuta tantissimo a pulire la mente dallo stress e ad accogliere pensieri nuovi e risolutivi. Quante volte mentre correvo mi sono venute in mente nuove idee e quante volte ciò che mi preoccupava dopo l’esercizio fisico mi risultava più semplice!!! Anche questa linea guida rinforzerò nel 2014 e con le tecniche di coaching riuscirò a mantenere focalizzate le persone nel movimento come invito anche all’apprendimento a “FARE NUOVE COSE E STIMOLARE NUOVI PENSIERI”. Le prime due linee guida per me sono le più facili perchè in parte le metto già in pratica quotidianamente. La più sfidante per me è la numero quattro. Nel 2014 conquistare la fiducia e il riconoscimento delle persone con cui lavoro assieme è un grande obiettivo. Son d’accordo che si soffre e l’attenzione è focalizzata nel fare di tutto per accontentare gli altri pensando che in questo modo ti considereranno, che dare sempre ragione o dire quello che vogliono sentirsi dire sia la soluzione migliore. Questo atteggiamento mentale è frutto del nostro “ISTINTO DI SOPRAVVIVENZA”. Ma il sopravvivere al dolore è accettare come se fosse lui a vivere al posto nostro.
Vivere questa esperienza mi sta fortificando e mi sta insegnando che la conflittualità interiore che provo è la molla che utilizzerò per affrontare l’avversario. Penso spesso che mi avrebbe aiutato molto praticare sport di squadra in passato.
Silvia
Si Maurizia sono pienamente d’accordo con tutto ciò che hai scritto. Condivido pienamente tutte e 4 le linee guida!!!
Prenditi tempo per giudicare – purtroppo questo fa parte del pregiudizio e della mancanza di ASCOLTO ATTIVO, siamo abituati a sentire e non ad ascoltare!!!Se mettessimo in atto questa abilità relazionale (ASCOLTO ATTIVO) , si riuscirebbe a mettere a tacere il pregiudizio.
Fatti una passeggiata per schiarire la mente – stupendoooo!!Proprio così, mettiamo in circolo le endorfine, benessere puro, se poi la passeggiata la facciamo in una giornata di sole , mettiamo in circolo la serotonina, e ci mettiamo un pò di bella musica alle orecchie , (dopamina), si ritorna rigenerati, pieni di idee ed energie;
Crea un ambiente leale…- sicuramente se le persone seguissero le prime due linee guida, l’ambiente leale si crea sicuramente, quanti “burnout” in meno!!!Quanta sofferenza e quanta disperazione in meno!!!
Le linee guida che seguirò , anzi che continuerò a seguire nel 2014 sono la linea 1,2, 4. Quella che mi resta più difficile è la linea 3, è sicuramente la più sfidante, “sono totalmente pervasa dalla tecnologia”…..Sarà un altro obiettivo del 2014
Tutto vero cara Maurizia ! Potrei aggiungere che nel campo morfico collettivo sono per così dire depositate infinite informazioni che interagiscono col nostro campo morfico individuale e il momento di maggiore interazione si ha proprio quando consapevolmente stacchiamo la spina. Quando la mente razionale è messa a tacere possiamo dedicarci all’ ascolto della nostra mente intuitiva . Portare il cervello in onde alpha attraverso una passeggiata nella natura o in onde theta attraverso il rilassamento ci rende più ricettivi e creativi ed è noto che la creatività è la potenzialità delle potenzialità. Ecco allora che soluzioni inspiegabili e inattese si affacciano per districare problematiche correnti. Se poi intenzionalmente formuliamo di voler trovare una soluzione ad uno specifico problema prima di mettere in atto il processo lo stesso verrà potenziato. Naturalmente occorre essere soli. Un consiglio, viaggiate con un registratore o un notes , i pensieri che si affacceranno alla vostra mente saranno così veloci che potreste rischiare di dimenticarveli !
Per quanto attiene al fatto di giudicare , abituarsi a farlo in base ad elementi oggettivi più che soggettivi ci rende in qualche modo più giusti e anche meno vulnerabili al giudizio degli altri , in quanto consapevoli che in molte occasioni le dinamiche che l’altro attiva non dipendono da come noi siamo in realtà ma da quello che lui sta vivendo o rivivendo nel mentre ci osserva , ciò modifica anche l’impatto che il giudizio può avere sulla nostra autostima.
Leggendo le parole di maurizia e riflettendo sulle linee guida per il nostro 2014 vi rimando alcune sensazioni che si provano nel tennis zen o in qualsiasi altra disciplina nella quale vogliate cimentarvi per includere tutti
e quattro i punti suggeriti.
Nascono da quello stato che si definisce flow, al quale da tempo immemore dedico parte della mia curiosità e relative applicazionì al mondo del tennis e della vita.Sono tratte da un interessantissimo libro scritto da un guru americano celebre psicologo dello sport, James E. Loehr, Mental Thoughness Training for Sports.Loehr scrive che, in anni di ricerche fatte tra gli atleti di tutti gli sport, ha notato che , quando questi cercavano di descrivere ciò che succedeva dentro di loro, nelle occasioni in cui giocavano o si esprimevano al meglio delle loro possibilità, usavano quasi sempre le stesse parole.
” Mi sentivo fisicamente molto rilassato, ma al tempo stesso pieno di energia e molto carico.
Non sentivo nessuna ansietà nè paura, e tutta l’esperienza è stata molto piacevole e divertente. Sentivo un gran senso di calma e di quiete dentro di me, tutto sembrava fluire automaticamente. Non avevo affatto bisogno di pensare
a quello che dovevo fare; tutto sembrava accadere naturalmente. Anche se ce la mettevo proprio tutta, le cose avvenivano senza sforzo apparente. Mi sembrava di avere sempre abbastanza tempo ed energia e raramente ho sentito di andare di fretta; mi sembrava quasi di muovermi al rallentatore. Avevo la sensazione di poter fare tutto quello che volevo, di essere totalmente in controllo. Mi sentivo sicuro di me e positivo. Mi sembrava molto facile concentrarmi. Ero totalmente in sintonia con quello che facevo. Ero anche super-consapevole di tutto quello che accadeva intorno a me e al tempo stesso niente mi poteva distrarre. Mi sembrava quasi di sapere quello che sarebbe accaduto prima che accadesse veramente”.
Buon flow a tutti per il 2014!
salvatore fusco
Questo post mi rimanda ad episodi avvenuti in palestra qualche anno fa, quando ancora ero un’atleta a 360 gradi. Lavorando per anni all’interno di una squadra di ginnaste, c’era sempre un’atleta che influenzava in maniera positiva tutti i membri: creava un ambiente sereno e tranquillo, dove si condivideva la felicità, ci si aiutava reciprocamente, si migliorava insieme, ma soprattutto ci si ascoltava a vicenda. Mi è anche capitato di trovarmi in certe situazioni “scomode”, le quali erano difficili da gestire, come per esempio, lo scontro tra caratteri e la non voglia di allenarsi e fare gruppo. Qui la figura del leader non è stata capace di prendere in mano la situazione e gestirla nei migliori dei modi. Tutte queste linee guida, che Maurizia ha descritto, sono molto importanti e dovremmo sempre adottarle quando ognuno di noi aspira a diventare LEADER di un’azienda, di una squadra sportiva, o semplicemente di se stessi. Condivido totalmente l’idea del “prendersi tempo per giudicare”: la schiettezza nel dire subito quello che pensi davanti all’altra persona può essere sinonimo di maleducazione e non sempre porta ad una comunicazione efficace; bisognerebbe abbassare quella soglia istintiva che porta l’individuo ad esprimere giudizi nell’arco dei 10 secondi ed imparare ad aspettare. Nell’arco del 2014 imparerò ancora di più a perfezionarla e a valutare gli aspetti più importanti che mi si presentano davanti.
Un’altra linea che adotterò sarà “fare una passeggiata per schiarirmi la mente”: la boccata d’aria giornaliera aumenta lo stato di benessere interiore e rilassa i nervi. Camminare e correre aiuta a distrarsi dall’ambiente giornaliero di lavoro, fa bene al fisico ed alza il livello di l’autostima di noi stessi. Il mio obiettivo sarà quello di ritagliarmi più tempo durante la giornata per rilassarmi all’aria aperta. La linea guida più difficile da seguire sarà la numero 3: riuscire a fermarmi, privandomi della tecnologia, andando a fare yoga e meditazione, staccare la spina per un pò, concentrandomi di più su me stessa è una strada che ho intrapreso da poco e spero di riuscire a continuarla entro quest’anno.
Giulia Milano