La crisi impone ai professionisti un radicale cambiamento nella definizione degli obiettivi e della strada (road map) per raggiungerli. Un buon mental coach può aiutare i professionisti in questo processo di cambiamento difficile e pieno di ostacoli (soprattutto mentali) da superare.

 

UN CAMBIAMENTO NECESSARIO

La crisi economica di questi anni non ha risparmiato nessuno. Anche i professionisti si sono trovati costretti ad assumere un doppio ruolo: tutor dei clienti in difficoltà e gestori delle criticità interne allo Studio.

Ecco perché oggi è necessario un cambiamento profondo del modo di intendere il ruolo del professionista, che fino ad oggi (o meglio ieri) era “sicuro” di poter contare su guadagni certi ed in prospettiva inesauribili.

 

Il processo di cambiamento necessario deve passare attraverso diverse fasi:

  1. innanzitutto il professionista deve divenire consapevole del cambiamento in atto, e già questo passaggio richiede un salto mentale non indifferente;
  2. poi deve definire una vera e propria road map per il raggiungimento di nuovi obiettivi e traguardi. Quest’ultimi devono essere proporzionati alla realtà ed alle capacità del singolo.

 

 

IL RUOLO DEL MENTAL COACH

Questo processo di cambiamento è difficile e urgente al tempo stesso. Per questo può essere utile che il professionista o lo studio professionale si faccia aiutare da un altro professionista esperto nel cambiamento. Il Coach è questa figura che può affiancare il professionista in questo delicato processo di cambiamento.

Con l’aiuto di un coach, è necessario chiedersi quale sia la direzione più opportuna da intraprendere e quale strada percorrere per arrivare al traguardo desiderato; quali mezzi utilizzare e quale tempistica adottare. E’ evidente, come anticipato, che il traguardo deve essere oggettivamente misurabile e raggiungibile, altrimenti si rischia di vanificare gli sforzi e cadere nella frustrazione del mancato raggiungimento degli obiettivi.

 

Il Mental Coach è un valido ausilio per l’individuazione di un traguardo raggiungibile! La questione più complessa è senza dubbio la stesura della road map (la strada da percorrere): è necessario prevedere delle tappe intermedie per comprendere se sia necessario correggere la rotta a seguito di mutamenti intervenuti o cambiamenti di obiettivi.

 

Qual è il delicato ruolo del coach in questo percorso?

  • Il primo compito è di riuscire a rendere consapevole il professionista della necessità di mutamento.
  • Il secondo è quello di fornire allo stesso gli strumenti affinché possa percorrere in via autonoma la lunga e faticosa strada per il raggiungimento dell’obiettivo.
  • Durante le tappe intermedie, il coach è certamente chiamato a verificare, unitamente al coachee (il professionista che viene aiutato), la correttezza della strada percorsa e la conferma, ovvero il cambiamento, della strada ancora da percorrere.

Possiamo chiudere con un pensiero da ricordare: il cambiamento, anche se necessario, è in ogni caso positivo perché apre a nuove opportunità e nuovi stimoli. Non bisogna aver paura di affrontarlo!

 

E tu sei pronto per il cambiamento o ritieni non sia necessario? Quando hai intenzione di tracciare la tua road map? Mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero!