L’errore è sottovalutato.
Tutti noi abbiamo paura di sbagliare, di vivere le conseguenze di un giudizio negativo dovuto a un fallimento.
In realtà, l’antico e famoso adagio “sbagliando si impara” è una pietra miliare della conoscenza di sé e dei propri mezzi. Per questo dovremmo permettere ai bambini fin dalla più tenera età di sbagliare, anzi incentivare la voglia di provare.
Di più, dovremmo continuare a coltivare nella natura del nostro fanciullino la consapevolezza che se vogliamo ottenere risultati eccellenti dobbiamo provare e talvolta sbagliare: sbagliare quando siamo da soli, sbagliare in pubblico, sbagliare perché abbiamo allenato il meglio di noi ma in quel momento le condizioni ci hanno portato a quel risultato.
Talvolta, quando prendiamo a modello personaggi importanti, famosi e pubblici, tendiamo a pensare che non sbaglino mai in nessuna cosa che fanno, perché ben consigliati, perché eletti, perché fortunati.
In realtà dietro a un grande successo c’è un grande impegno, una grande pianificazione, un grande dispendio di energie nell’allenare le capacità tecniche e mentali, e una grande dedizione.
Questo vale in ambito sportivo, professionale, life, ovunque ci sia un obiettivo prestigioso da raggiungere.
Uno dei più grandi sportivi di sempre ha regalato questa sua parte di esperienza:
“Avrò segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di novemila tiri. Ho perso quasi trecento partite. Trentasei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.”
Michael Jordan
I numeri sono esorbitanti ed è incredibile il dettaglio di memoria. Questo fa la differenza: la consapevolezza di ciò che si fa e la perseveranza nell’inseguire i propri obiettivi, con applicazione e dedizione.
Però, dobbiamo ricordare che l’errore non rappresenta noi, ma una situazione. Certo, è auspicabile che la pianificazione e il lavoro svolto siano mirati alla perfezione, a un gesto o una performance immacolati e memorabili; ma talvolta l’imprevisto accade e l’errore anche. Fotografarlo, analizzarlo e correggerlo è il più grande atto di crescita che possiamo fare. Michael Jordan non ha dimenticato nemmeno uno degli errori fatti e ciò gli ha permesso di appoggiarvisi per conseguire i più alti riconoscimenti.
Ecco perché il nostro focus deve essere concentrato sulla preparazione fisica e mentale di un obiettivo, senza preoccuparci di come andrà a finire. Se la preparazione è stata ottimale e la motivazione è alta, tutto andrà al meglio e il godimento dell’esperienza ne trarrà il massimo giovamento.
Se svolgiamo un’espressione aritmetica rispettandone tutte le precedenze, il risultato verrà da sé: è inutile che mi preoccupi di quale sarà il numero ottenuto.
I più grandi filosofi, psicoanalisti e sportivi riconosco all’errore un ruolo fondamentale di maturazione e crescita: ciò non significa che dobbiamo cercarlo, ovviamente, ma che dobbiamo dargli un peso adeguato e usarlo come qualsiasi altro elemento di apprendimento.
A tal proposito, mi piace condividere, come fosse un discussione virtuale, i punti di vista di alcune persone illustri e autorevoli in merito.
Alfred Adler, psichiatra e psicanalista del XX° secolo ci fa riflettere su un punto molto importante.
“Cosa fai per prima cosa quando impari a nuotare? Fai degli errori, non è vero? E cosa accade? Fai altri errori, e quando tu hai fatto tutti gli errori che è possibile fare senza affogare – e alcuni di loro anche più e più volte – cosa scopri? Che sai nuotare? Bene – la vita è la stessa cosa che imparare a nuotare! Non aver paura di fare degli errori, perché non c’è altro modo per imparare come si vive.”
D’altro canto, alcuni sostengono un approccio molto più specifico e tecnico. E Bruce Lee la pensava così:
“Il grande errore consiste nel voler anticipare il risultato dell’impegno; non dovreste preoccuparvi di come finirà, lasciate solo che la natura faccia il suo corso, ed i vostri strumenti colpiranno al momento giusto.”
Credo che ciò illustri bene come il fare senza preoccuparsi riduca l’ansia e spesso anche la percentuale di errore.
Con grande ironia, gli scrittori spesso ci parlano di argomenti importanti, ricordando di dargli la giusta importanza e sdrammatizzandoli per non stigmatizzarli:
“Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio, la torre di Pisa.” Gianni Rodari
Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore. Bertolt Brecht
Ecco perché dobbiamo ricordare tutti i nostri errori e accarezzarli come fossero i nostri migliori amici, nel passato; prepariamo con cura le nostre azioni e i nostri pensieri, nel presente; godiamo delle esperienze, nel futuro.
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