Essere assistente del coach è un ottimo percorso di crescita e sviluppo per chi vuole avere successo come coach. Spesso i coach lavorano in modo solitario. Allenano i loro team in pieno isolamento, senza confrontarsi con altri. Per combattere questo modo di lavorare è importante avere un assistente.

Questo è l’articolo numero 6 della guida per la crescita di un coach: perché è importante essere assistente del coach e quali benefici si possono trarre per imparare rapidamente.

 

Perché un coach dovrebbe avere un assistente?

Per parlare con qualcuno delle proprie strategie, avere uno scambio di idee, risolvere i problemi insieme. Delegando all’assistente alcuni compiti, il coach può concentrarsi sulle performance del team. Inoltre l’assistente può avere delle competenze tecniche che completano quelle del coach. L’assistente del coach è una figura rilevante in qualsiasi sport.

Essere assistente del coach significa svolgere i compiti decisi dal coach. Possono essere compiti molto facili o molto impegnativi come analizzare le performance degli atleti. Al di là delle regole da seguire, un ottimo assistente di coach deve essere in grado di trarre beneficio dalla sua esperienza.

Lavorare al fianco di un coach fornisce grandi opportunità per imparare da qualcun altro con molte coaching skills. I coach hanno esperienze diverse e lavorare al loro fianco permette di conoscere modi diversi di fare le cose. È molto utile osservare e operare a loro fianco giorno dopo giorno. Così non solo si vede cosa fanno ma si ha la possibilità di discutere con loro le scelte strategiche. Al coach si possono chiedere consigli e suggerimenti per migliorare il proprio operato. Il coach può fornire un feedback sulle prestazioni dell’assistente. Il coach ha interesse allo sviluppo dell’assistente poiché sta investendo risorse. Migliore è lo sviluppo dell’assistente migliore saranno le competenze trasferite al team.

Il modo migliore per stimolare il coach ad interessarsi allo sviluppo dell’assistente è essere assistente del coach in modo efficace ed efficiente. Per essere un efficace assistente bisogna prestare attenzione ad una serie di settori. Deve essere professionale e avere gli stessi standard professionali del coach. Deve stabilire una comunicazione chiara e diretta con il coach. Deve essere disposto ad aiutare il coach ovunque sia necessario. La flessibilità è molto importante. Fondamentale è la fedeltà dell’assistente. Bisogna evitare di contraddire inutilmente il coach. Se sorgono problemi mai risolverli da solo in privato ma rivolgersi al coach. Quando si ricevono critiche dai giocatori si devono filtrare e affrontare quelle più rilevanti con il coach senza indebolire il suo equilibrio e quello del team.

Suggerimenti di Jeff Mitchell per beneficiare dell’esperienza di “assistente del coach”:

 

  • Avere obiettivi chiari: si deve sapere cosa si vuole ottenere da questa esperienza.  Questa è la base del piano di allenamento. Così è chiaro come sfruttare al meglio le opportunità di apprendimento e imparare di più.
  • Osservare e Capire: l’assistente ha la possibilità di imparare molto di più osservando attivamente cosa fa il coach, come lo fa e l’impatto sugli atleti. Deve osservare:  l’interazione del coach con gli atleti, quali problemi pongono gli atleti, quali problemi possono risolvere da soli, come il coach spiega agli atleti le attività da svolgere, il comportamento del gruppo e dei singoli atleti. L’osservazione partecipante consente di incorporare nel proprio profilo il modo di operare di altri coach.
  • Avere un feedback: avere un feedback dal coach è un buon modo per capire quali sono le aree su cui lavorare più intensamente e come prosegue il percorso di sviluppo. Si può chiedere al coach un feedback sul proprio operato in generale o su settori specifici. Se si chiede un feedback su una specifica area è più facile ottenere delle risposte tecniche rilevanti ai fini del proprio miglioramento. Un altro modo di chiedere un feedback è scrivere le attività svolte  durante l’allenamento e chiedere al coach una revisione. È importante usare il feedback ottenuto per diventare un coach migliore.
  • Sfidare se stesso: il rischio principale dell’essere assistente del coach è quello di fare solo quello che viene chiesto dal coach. Per crescere l’assistente ha bisogno di sfidare se stesso e andare oltre la propria zona di comfort. Si dovrebbe sempre andare alla ricerca dei modi per migliorare se stesso. Assumersi maggiori responsabilità è il modo migliore per sfidare se stessi. Ciò potrebbe portare ad assumere ruoli di maggiore responsabilità in aree specifiche. Altro modo di sfidare se stessi potrebbe essere la capacità di intensificare le attività quando è necessario. Quando il coach non è al massimo delle sue prestazioni si potrebbe prendere la situazione in mano. Ogni volta che il coach dà l’opportunità di agire bisogna approfittarne.

 

Essere assistente del coach potrebbe essere un ottimo trampolino di lancio per conoscere le competenze e le capacità altrui e incorporarle nel proprio percorso di crescita. Per avere uno stimolo in più nell’impegnarsi per raggiungere traguardi ambiziosi e gli obiettivi di coaching prefissati.